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Mare e gelato, l’estate senza pandemia costa cara

Più caldo, più gelato. Un vero e proprio record per coni e coppette complice le temperature bollenti e la mini vacanza del ponte del 2 giugno. Coldiretti lo annuncia ricordando che “l’impulso positivo al settore arriva dopo che il gelato italiano lo scorso anno ha registrato una crescita del 19,5% rispetto a quello precedente per un valore di 2,3 miliardi di euro”.

E’ finita la pandemia, si torna a un turismo regolare, ma d’altro canto l’impennata dei prezzi qualche problemino potrebbe crearlo e si parla di un aumento generale dei prezzi dell’11,2%. “Il balzo dei costi per l’energia e le materie prime usate nelle preparazioni, dal latte (+6%) allo zucchero (+8%) fino alle uova (+12%) anche a causa delle tensioni internazionali legate alla guerra in Ucraina”, segnala ancora l’organizzazione.

E l’aumento sulle materie prime crea problemi alle gelaterie, soprattutto le tante artigianali sorte negli ultimi anni: un indotto di 39mila gelaterie nazionali che da lavoro a 75mila persone.

Non vanno meglio le cose per andare al mare. Una giornata tra onde e arenili per una famiglia italiana potrebbe arrivare a costare 100 euro di media e rimanere un lusso per pochi.

La Commissione europea nel rapporto sull’Italia ha messo in evidenza la “significativa perdita di entrate” per le “concessioni rinnovate automaticamente per lunghi periodi e con tassi al di sotto dei valori di mercato”. Adiconsum l’ha detto chiaramente: “l’anomalia italiana, con più della metà delle spiagge in concessione. In altri Paesi molto turistici come Francia e Spagna– ha fatto notare – la proporzione è al contrario e si riesce a coniugare il buon turismo con una fruizione libera delle spiagge”. E sarebbe questo a gravare sulle tasche degli italiani perché le gare libererebbero spazio”, continua l’organizzazione che insieme alle altre chiede, come riportato in un articolo intervista della Dire, di superare le spinte lobbistiche.