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Novità per le assunzioni nella PA: è l’ultimo miglio della riforma di Brunetta


Roma, 14 aprile 2022 – Da un lato i target e le milestone del PNRR (leggi Next Generation EU: ecco le prime 51 tappe raggiunte dall’Italia [1]): se non si raggiungono gli obiettivi concordati, l’UE non eroga le rate di finanziamento e la prossima, prevista per giugno, vale ben 24,1 miliardi di euro. Dall’altro la cronica carenza di personale e la difficoltà di reperirlo: procedure lunghe, lente, soggette a ricorsi e…mancanza di idonei.


Sembra infatti non esserci soluzione al mancato reclutamento di risorse umane da impegnare nella corposa gestione del PNRR, un piano che – come noto- riversa sulla pubblica amministrazione italiana immensi finanziamenti. Tuttavia, a causa dell’assenza di personale sia amministrativo, sia tecnico che di elevata professionalità, sono finanziamenti che molte amministrazioni rischiano di perdere o di utilizzare solo parzialmente.


Si riteneva oramai archiviata la triste vicenda del Concorso Sud bandito ad aprile 2021 con il quale, grazie all’azione congiunta del Ministro della Pubblica Amministrazione e del Ministro per il Sud e la coesione territoriale, si intendevano selezionare 2.800 professionisti da destinare alle regioni del Sud, particolarmente in affanno sulla gestione progettuale dei bandi europei. Ma non è accaduto: scarsa affluenza dei candidati e pochi idonei hanno costretto a celebrare immediatamente una seconda selezione che ha incluso anche i candidati inizialmente non ammessi alla procedura. Ma, come noto, neppure così è stato possibile coprire i posti messi a bando. Per questo, ad ottobre 2021, è stato aperto il bando Concorso Coesione [2] per la selezione di 1.300 professionisti.
Tuttavia è di pochi giorni fa l’ennesima doccia fredda: solo il 36% dei candidati ha superato la prova unica (40 domande in 60 minuti) e ancora una volta non sarà possibile colmare le posizioni messe a bando (qui l’attenta ricostruzione della vicenda a cura di Open [3]).

E adesso al Governo non resta che varare una norma che, secondo alcuni osservatori, potrebbe definitivamente seppellire l’articolo 97 della Costituzione: dal 1° luglio 2022 “l’accesso ai concorsi per le assunzioni a tempo determinato e indeterminato nelle amministrazioni pubbliche avverrà esclusivamente registrandosi al portale inPA.gov.it [4]. Successivamente il ricorso al portale sarà esteso a Regioni ed enti locali con modalità che saranno definite in un decreto del ministro per la Pubblica amministrazione, previa intesa in Conferenza Unificata. Si prevede, inoltre, una semplificazione procedurale dei concorsi e norme specifiche per ampliare l’uso di inPA anche per individuare le commissioni esaminatrici dei concorsi, il conferimento di incarichi per il Pnrr e la nomina dei componenti degli Organismi indipendenti di Valutazione (Oiv).”


In altre parole: siamo dunque all’avvio di una stagione di chiamate dirette nella pubblica amministrazione? Come verranno strutturate le selezioni? Se inPA sta alla pubblica amministrazione come Linkedin sta al settore privato, i candidati saranno pescati attraverso le parole chiave in automatico attraverso algoritmi? O si prediligerà il cherry picking (la scelta dei candidati migliori) spesso evocato dal Ministro? (leggi Il “cherry picking” nella Pubblica amministrazione [5]).


Puntuale il commento di Alessio Mercanti del Comitato XXVII Ottobre [6], comitato nato nel 2010 con lo scopo di tutelare i vincitori e gli idonei di concorso pubblico: “Da una parte si cerca di attrarre le migliori teste, o presunte tali, attraverso contratti precari a 1500 euro al mese. Dall’altra, si mortificano migliaia di idonei presenti nelle graduatorie vigenti e si continua a far correre la macchina dei concorsi, che sicuramente costa molto di più di un utilizzo ad esaurimento delle graduatorie. In mezzo, si strumentalizza il flop di un concorso palesemente non attrattivo per giustificare attivazione di contratti di lavoro autonomo che sicuramente avranno costi elevati e che giustificheranno il mancato rispetto dell’articolo 97 della Costituzione in nome di una incapacità a comprendere lo stato e le necessità delle pubbliche amministrazioni. Si creino piuttosto meccanismi normativi in grado di permettere alle amministrazioni di poter attingere fino in fondo alle graduatorie vigenti, all’interno delle quali esistono le medesime professionalità in grado di gestire i fondi PNRR al pari di coloro che si vogliono far entrare in violazione dei principi costituzionali”.


Questo concorso è stato certamente poco attrattivo per i professionisti avviati alla carriera, i quali dubito che pensino ad un impiego nella PA – commenta Giuseppe, aspirante funzionario- ma per molti di noi, inoccupati qualificati per vari motivi usciti dal mercato del lavorouno stipendio di livello C1 e una prospettiva lavorativa di 36 mesi, sebbene a tempo determinato, rappresentano una prospettiva da considerare con attenzione. Credo che il problema di queste selezioni sia la qualità delle domande che vengono proposte: spesso sono contorte, scritte male in italiano, altre volte sbagliate. Talvolta sono eccessivamente complesse e non attinenti alla qualifica che ci si propone di selezionare. E questo lo possiamo riscontrare analizzando i punteggi dei pochi vincitori che riescono a superare le prove: sono tutti punteggi bassi”.


Ciò che sembra sfuggire alla politica è che esistono numerose graduatorie ricche di vincitori in attesa di assunzione e di idonei utili allo scorrimento e alla condivisione tra enti che, a causa di inefficienze procedurali, restano in attesa del collocamento per il quale hanno studiato, affrontato e superato i concorsi. Ciò che nessuno sembra vedere (ad eccezione delle migliaia di idonei) è che già ora  numerose amministrazioni ed enti locali potrebbero attingere a personale già selezionato, ma questo non avviene.


Sono idonea nella procedura CUFA – Concorso Univoco Funzionari Amministrativo Ripam – dichiara Carla-, una graduatoria che conta ben 21.141 idonei, selezionati a settembre 2021. Sono perplessa da quanto sta accadendo, non vedo buon senso. La nostra è una graduatoria unica pensata proprio per soddisfare rapidamente le esigenze di tutte le amministrazioni. È inspiegabile che in questi mesi si sia continuato a bandire nuove procedure per profili del tutto equivalenti al nostro. Avrebbero potuto immetterci immediatamente in servizio senza alcuna lungaggine. E adesso vorrei chiedere al Ministro: con questo secondo decreto PNRR  che ne sarà di noi?”.

Foto: Marta Tersigni