Giornata Mondiale dei Poveri, l’appello di Fratel Biagio: “Soccorriamo e aiutiamo tutti, ma soprattutto i più poveri’’

Un forte appello alla Santa Chiesa, a tutte le religioni, alle autorità e alle Istituzioni del mondo
Papa Francesco a pranzo con i poveri di Fratel Biagio

PALERMO, 13 novembre 2021 – “Rivolgo un forte grido e un forte appello a tutta la Santa Chiesa, a tutte le religioni esistenti nel mondo, mi rivolgo anche ai non credenti e soprattutto a tutte le autorità e a tutte le istituzioni del mondo”.

Così Fratel Biagio, in occasione della V^ Giornata Mondiale dei Poveri indetta da papa Francesco, che ieri per l’occasione è stato ad Assisi, nella città di San Francesco, dove è stato accolto da 500 poveri provenienti da ogni parte d’Europa. La giornata mondiale del Povero si tiene domenica 14 novembre. Fratel Biagio è il fondatore della Missione di Speranza e Carità, che ospita in gratuità circa 500 poveri in nove comunità in Sicilia, attualmente si trova in preghiera, in penitenza e in digiuno a pane e acqua dal luglio scolso in una grotta nei monti in provincia di Palermo.

“Aiutiamo e miglioriamo insieme questo sofferente Pianeta Terra, soccorrendo e aiutando ogni uomo e ogni donna di ogni popolo, soprattutto i più poveri, gli abbandonati della nostra città, i senza tetto, i tanti emarginati delle periferie e delle baraccopoli. E cerchiamo di garantire un vero futuro per i nostri giovani, evitando così di realizzare nuovi disagi e nuove povertà. Altro nostro dovere ed impegno sarà anche proteggere l’ambiente e la natura.

Fratel Biagio fa appello alla “società che se non aiuta produce nuovi poveri; non pensi di migliorare, ma sarà portata a peggiorare. Siamo responsabili e fautori di ingiuste diseguaglianze”.

“L’essere umano, in questi millenni, possiamo ben dire che ha fatto grandi progressi migliorando il modo di vivere, grazie alle tecnologie e ai mezzi di informazione. Ma stranamente non si sforza e non si impegna ad aiutare i più deboli – dice con amarezza e preoccupazione Fratel Biagio –, i più poveri di questo pianeta terra. Anzi domina e attua sempre più un forte divario, causando una profonda spaccatura e una disuguaglianza nella nostra società fra ricchi e poveri, provocando in modo ingiusto maggiore povertà”.

“A che serve essere tecnologicamente avanzati quando indifferentemente ed ingiustamente lasciamo indietro i più deboli; per questo la società attuale non procede bene e naviga male, anzi va sempre più sfaldandosi rischiando così il crollo e nutre e produce tanto malessere diventando sempre più egoistica”.

“Il nostro orgoglio e la nostra durezza hanno fatto scaturire anche il Covid: tutto quello che sta accadendo deve farci comprendere che nessuno sarà escluso ed esente della giustizia divina. Il Buon Dio – dice il Fratello Missionario – ci fa capire che siamo tutti nella stessa barca, ricchi, meno ricchi e poveri. Il Buon Dio in questa vita terrena ha ben collocato i ricchi e i poveri e non ha commesso un errore, perché si possa pensare o dire che poteva fare tutti ricchi, o tutti poveri; ma invece ha ben detto ricchi e poveri insieme”.

Fa un appello, “basta sfruttare i paesi più poveri causando nuove fragilità (profughi, immigrati e senza tetto), ma diamo loro i giusti strumenti affinchè possano vivere una vita dignitosa, assicurando loro un tetto, da mangiare e garantendo anche le cure mediche; così potremo garantire un futuro più dignitoso ai loro figli.

Mettiamo fine all’ingiusta morte di tanti bambini che ancora oggi periscono per fame. Adesso basta fare i propri interessi, affari, commerci e vendere strumenti di guerra, ma impegniamoci come dice il profeta Isaia a convertire le armi in strumenti di lavoro, beneficiando così i paesi poveri.

Questa è la giusta risposta – conclude Fratel Biagio – aiutiamo il nostro simile, i più poveri; il povero ha bisogno del ricco ma anche il ricco ha bisogno dell’aiuto e della manodopera del povero.

E’chiaro che dobbiamo continuare a vivere migliorando sempre più questa vita terrena, mantenendo tutti insieme l’uguaglianza e aiutando anche i poveri ad integrarsi nella nostra società”.

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