A Voghera, detenuti e studenti vendemmiano insieme

A Voghera, in Lombardia, la sinergia e la cooperazione tra studenti e detenuti ha dato vita a qualcosa di nuovo, il vino.
A Voghera, studenti e detenuti in vendemmia

VOGHERA, 25 settembre 2021 – Collaborare, comunicare, cooperare sono tutti ingredienti che se ben amalgamati fanno esplodere iniziative straordinarie.

A Voghera, in Lombardia, la sinergia e la cooperazione tra studenti e detenuti ha dato vita a qualcosa di nuovo, il vino.

Il progetto si realizza grazie a Torrevilla, l’Associazione di viticoltori che riunisce oltre 200 vignaioli nel cuore dell’Oltrepò Pavese, ha deciso di prendere parte a un progetto di coesione sociale dal grande impatto, dando la propria disponibilità affinché un gruppo “inusuale” di lavoratori, detenuti appunto,  potesse vendemmiare nelle proprie vigne.

L’iniziativa prende il via ad opera dell’Associazione Terre di Mezzo, fondata nel 2018 dal parroco don Pietro Sacchi della parrocchia di San Pietro di Voghera: dopo il progetto pilota avviato nel 2020 tra Alessandria e Tortona. Il successo dello scorso anno induce gli organizzatori ad una replica per il 2021. E così arriva il coinvolgimento del Carcere di Voghera e la partecipazione degli studenti delle scuole del territorio.

“Ecco così che prende forma un gruppo inedito di vendemmiatori in cui confluisce la forza lavoro e l’impegno di trenta studenti dei licei cittadini, tre alunni dell’Istituto Maserati e quattro detenuti del carcere di Voghera – raccontano in una nota gli organizzatori del progetto –. Ogni giorno, da alcune settimane, questo gruppo raggiunge in autobus le colline fuori città e, tra i filari dei viticoltori di Torrevilla, comincia la raccolta manuale delle uve”.

Storie diverse, lavoro manuale e confronto tra esperienza tessono quella che viene definita la “vendemmia solidale”. Gli studenti stanno svolgono le ore previste dall’alternanza scuola-lavoro, gli ospiti del carcere sono invece inseriti all’interno di un percorso di inserimento borsa lavoro.

“Tutti sono accomunati dal desiderio di fare, di mettersi alla prova, di crescere. Un desiderio che animerà il lavoro anche terminata la raccolta delle uve, prevista verso la fine del mese di settembre: studenti e detenuti, infatti, affiancheranno i vignaioli di Torrevilla in ogni step fino alla produzione di un nuovo vino, che avrà un suo nome e marchio”.

“Siamo orgogliosi del nostro legame con il territorio, che è profondo e dura da più di 100 anni, e delle nostre tradizioni, che tramandiamo di padre in figlio da generazioni. Per questo abbiamo accolto con entusiasmo la collaborazione con l’Associazione Terre di Mezzo per realizzare questo meraviglioso progetto che mette al centro proprio le persone e il territorio, unendo inclusione, natura e tradizione, con la raccolta a mano delle uve fatta da ragazzi e detenuti affiancati dai nostri viticoltori – racconta Massimo Barbieri, presidente dell’Associazione di Viticoltori Torrevilla. Siamo da sempre sensibili alle tematiche sociali e nel tempo abbiamo sostenuto diversi progetti di solidarietà, sul territorio e non solo. Ricordo, tra gli altri, il progetto DiVento, con Donne della Vite, o i vini realizzati per l’associazione “Luca per non perdersi nel tempo”, per raccogliere fondi a favore di PaviAIL. Ma questa è un’esperienza nuova di cui non vediamo l’ora di vedere (e assaggiare) il risultato finale: un nuovo vino, che sarà simbolo di inclusione, dialogo, speranza, futuro».

«Il fine della nostra associazione è far incontrare due mondi che difficilmente altrimenti si incontrerebbero – il mondo dei giovani e quello delle realtà ai margini all’interno di un progetto, di un ambiente protetto in cui queste realtà possano relazionarsi e giovare entrambe di questo confronto – spiega Noemi Agosti, responsabile del progetto e dell’Associazione Terre di Mezzo. Il coinvolgimento di Torrevilla ha il fine di portare sul territorio dei giovani – ragazzi del liceo – che possono riscoprire la bellezza delle vigne e anche quello di far conoscere alle aziende agricole una realtà che non conoscono, come può essere quella del carcere. Vedere quattro detenuti che si impegnano abbatte infatti uno stereotipo purtroppo consolidato sulle persone detenute; a questo si aggiunge che il lavoro all’esterno delle mura del carcere diventa così una misura importantissima per la società e per il reinserimento sociale».

TORREVILLA

E’ l’associazione di viticoltori punto di riferimento per la viticoltura oltrepadana da 114 anni. Riunisce 200 vignaioli che ogni giorno, con fatica e dedizione, si dedicano alla coltivazione della vite su oltre 600 ettari di terreno sparsi su nove comuni lombardi. Tra le più dinamiche realtà dell’Oltrepò Pavese vitivinicolo (circa 50.000 quintali di uve lavorate ogni anno e una produzione annua attorno ai 2.500.000 di bottiglie), Torrevilla rivendica con orgoglio il suo profondo legame con il territorio, la secolare esperienza tramandata di padre in figlio, e la voglia di guardare al futuro investendo in tecnologie e collaborazioni che rendano la viticoltura sempre più efficiente e sostenibile (SECO).

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