Carceri come forni. Disagi per detenuti e operatori penitenziari a causa del forte caldo

San Gimignano, Oristano e Terni alcuni dei casi più difficili in Italia

Il caldo torrido di questi giorni sta mettendo in difficoltà la vita di tanti italiani e tra questi in maniera particolare sta soffrendo una gran parte della popolazione carceraria.

Le strutture del carcere, fatte di cemento e ferro, col caldo amplificano la temperatura all’interno degli istituti penitenziari e non aiutano certamente a mitigare una situazione che si fa sempre più drammatica e dire di “stare al fresco” sembra suonare come una beffa.

A San Gimignano in provincia di Siena ci sono 235 posti e 277 persone, “poca acqua e attività sospese portano a gesti di autolesionismo e suicidi”, denuncia la garante dei detenuti Sofia Ciuffoletti.

A risentire di questa drammatica “calura” sono anche gli operatori penitenziari.

“A San Gimignano ci sono detenuti – spiega ancora Ciuffoletti – di media sicurezza che dovevano essere separati. Un problema grave che aumenta la fatiscenza di queste strutture”.

Le celle sembrano “forni incandescenti” e capita di stare in tre in dodici metri quadrati. “I detenuti passano anche 20 ore al giorno in una cella con 45° – afferma Ciuffoletti. In più ad agosto non ci sono le attività e i corsi come la scuola, falegnameria e giardinaggio”.

Aumentano quindi i gesti di autolesionismo e di suicidi, che si accentuano in queste situazioni estreme.

Ad Oristano ritorna invece il grave problema del sovraffollamento.

“Il caldo afoso di questi giorni, reso ancora più insopportabile dagli incendi che hanno favorito un innalzamento delle temperature, insieme alla convivenza di tre o quattro persone in celle progettate per due, stanno creando disagio tra i ristretti della Casa di reclusione “Salvatore Soro” di Oristano Massama”. La denuncia è di Maria Grazia Caligaris dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”.

Non è tanto diversa la situazione nel carcere di Terni.

“Senza luce e senza acqua. Così si ritrova il carcere di Terni da 48 ore”. La denuncia arriva dai sindacati della polizia penitenziaria Sappe e Sarap. “Da giorni ormai si vive nell’Istituto ternano una situazione a dir poco drammatica. Senza energia elettrica e senza acqua per un guasto che si ripete da mesi e per il quale non sono mai stati presi provvedimenti seri – scrive il Sappe – il personale è allo stremo e la situazione al collasso”.

San Gimignano, Oristano e Terni, sono solo alcune delle difficili situazioni in cui versano le carceri italiane ma in ogni parte d’Italia si denunciano problemi di vivibilità per la popolazione coinvolta, detenuti e operatori della giustizia. Urge presto un intervento diretto da parte del Governo per far fronte a questi disagi che spesso e tristemente sfociano in gravi atteggiamenti da parte della popolazione carceraria.

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