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Gerusalemme: bilancio di sangue a causa dei raid della polizia israeliana

La situazione a Gerusalemme è sempre più critica come dimostrano gli scontri avvenuti ieri 10 maggio 2021. La città è contesa da decenni tra israeliani e palestinesi all’interno del logorante conflitto israelo-palestinese che vive ormai di continue escalation sanguinose nella quotidianità di lanci di razzi e di uccisioni singolari.

Tuttavia nelle ultime settimane si era assistito a un aumento esponenziale delle proteste palestinesi a causa della decisione del Governo israeliano di eliminare tatticamente la presenza palestinese da zone strategiche della città di Gerusalemme espellendo intere famiglie dal quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme Est. I i palestinesi hanno accolto questa decisione come una modalità di pulizia etnica evidenziata dalle manifestazioni dei gruppi israeliani di estrema destra tese a rivendicare la loro proprietà terriera sull’intera città di Gerusalemme.

Dunque lunedì a seguito di una scaramuccia locale, la polizia israeliana e i militanti israeliani di estrema destra hanno fatto irruzione nella moschea di Al Aqsa, luogo sacro per cristiani, musulmani e ebrei e luogo di conflittualità cronico tra palestinesi e israeliani, sparando proiettili di gomma e granate stordenti contro i palestinesi. Quest’ultimi hanno provato a reagire alla violenza lanciando delle pietre. Alla fine degli scontri il bilancio era di 330 palestinesi e 21 poliziotti israeliani feriti.

La reazione dei militanti palestinesi di Gaza, Hamas, non si è fatta attendere e nella serata di lunedì sono stati lanciati dei razzi (250 secondo il Governo israeliano) su Gerusalemme per la prima volta da 7 anni. In tutta risposta Israele ha lanciato degli attacchi aerei su Gaza che hanno ucciso 20 residenti civili tra cui 9 bambini.

Mentre la Corte Suprema israeliana ha temporaneamente rinviato le espulsioni da Sheikh Jarrah a domenica, la tensione rimane palpabile e il mondo resta purtroppo in una impotente attesa di ulteriori rappresaglie, domandandosi se il disinteresse degli ultimi anni a causa della politica del Governo Trump e delle distensioni dei Paesi Arabi con Israele (governata da 10 anni dalla destra) non abbia ulteriormente catalizzato il conflitto israelo-palestiniano.