Generale Vincelli: “Parola d’ordine: analisi e strategia per una sicurezza integrata al servizio dei cittadini”

Una storia che sa farsi futuro: “Ogni offesa arrecata all’Uomo, ogni forma di criminalità o d’illecito rappresentano motivo d’azione della nostra missione”.

Il Generale Claudio Vincelli è dal 2017 al comando della Divisione Unità  Specializzate Carabinieri. Lo incontriamo a Roma, insieme ai suoi uomini, con i quali – in un’intervista a tutto campo – rilancia la forza del ‘Noi’ dell’Arma, fatta di storie, risultati e tutele per il cittadino e la sicurezza, allungando il campo alla legalità nella accezione più ampia.

Come viene articolato il complesso lavoro di controllo e coordinamento dei vari reparti speciali operanti sul territorio?

L’obiettivo sicurezza si costruisce giorno per giorno con un gioco di squadra, dove risultano decisivi: capacità di analisi, strategia e sinergie info-operative tra reparti con una visione integrata. In questo scenario, la Divisione Unità Specializzate dirige e coordina, in ambito  nazionale,  l’attività  di sette Comandi che si occupano di: Tutela della Salute, Tutela del Lavoro, Tutela del Patrimonio Culturale, Antifalsificazione Monetaria, Investigazioni Scientifiche, supporto aereo ai Reparti delle Organizzazioni Territoriale, Speciale e Mobile dell’Arma dei Carabinieri. Un’ultima Specialità  riguarda  i Carabinieri che hanno il delicato compito di garantire la sicurezza delle sedi della Banca d’Italia e i trasferimenti dei valori dell’Istituto di emissione. Quelli indicati sono solo alcuni degli assetti e delle capacità  dell’Arma con indirizzo specialistico, in quanto coesistono con i Carabinieri per la Tutela Ambientale, Tutela delle Politiche Agricole ed Alimentari e, per ultimo, la componente Forestale, transitata, nel gennaio 2017, dal Corpo Forestale dello Stato all’Arma dei Carabinieri.  Le specializzazioni di cui si tratta hanno avuto origine, in buona parte, negli anni ’60 e ’70, in relazione alla forte presa di coscienza dell’esigenza di accordare una tutela privilegiata ad interessi diffusi in ambiti socio-ambientali-economici-culturali del nostro  Paese e quando più evidenti si palesavano le minacce alla società civile. Infatti, nel 1962, in concomitanza con l’approvazione della legge n.283 contro le “sofisticazioni alimentari”, il Governo avvertì l’esigenza di approntare uno strumento operativo in grado di svolgere un’oculata opera di prevenzione e, dove necessario, una efficace attività di repressione. La dimensione del rischio è facilmente intuibile pensando alla triste vicenda del vino al metanolo, che aveva prodotto diffuse situazioni di danno per la salute dei consumatori.

 

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Nel 1969 furono istituite le unità a protezione del patrimonio artistico e successivamente, dopo il 1980, i Carabinieri Banca d’Italia, Tutela per l’Ambiente e, a seguire, l’antifalsificazione monetaria. Va chiarito, a fattor comune, che anche le neocostituite Specialità dell’Arma, hanno riprodotto – a grandi linee, sul piano ordinativo – la peculiarità della capillare distribuzione sul territorio, onde cogliere, per tempo, le emergenze socio-ambientali del territorio.

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In effetti, i prodromi dell’attenzione a settori specialistici sono rinvenibili sin dal 1926, quando i Carabinieri furono chiamati ad affiancare le strutture territoriali governative che all’epoca si occupavano delle problematiche del mondo del lavoro.Un settore che tuttora vede reiterati casi di sfruttamento dei più deboli, in tutta la sua triste realtà e con sfaccettature composite, come evidenziano da ultimo anche i dati riferiti ai soggetti denunciati (n.384) / arrestati (n. 101) per “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro” (art. 603 bis del c.p.), tra il 2016 e 2018,dai reparti dell’Arma, in collaborazione tra Arma territoriale e Specialità.

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Fedele alla intrinseca vocazione istituzionale per eccellenza, nel 1955 i Carabinieri videro la costituzione del comparto di specialità delle Investigazioni Tecnico-Scientifiche, che oggi ha nel Raggruppamento Investigazioni Scientifiche la struttura di direzione e coordinamento dei ben noti RIS, arealmente distribuiti sul territorio nazionale, offrendo una qualificata collaborazione forense nelle più significative indagini di rilievo nazionale e, per alcuni casi, anche internazionale. Le attività del Raggruppamento Investigazioni Scientifiche sono sostanzialmente legate alle attivazioni dei reparti dell’Arma territoriale, che sviluppano indagini di varia complessità, oppure da organismi istituzionali, tra cui la Magistratura. Interessante attività di supporto viene garantita dal Raggruppamento Aeromobili che, preallertato o all’emergenza, assicural’osservazione e la sorveglianza aerea del territorio nazionale per missioni di polizia e di protezione civile e, da ultimo, il concorso nella lotta agli incendi boschivi, a seguito dell’incorporamento del Corpo forestale dello Stato.

Tutti i Reparti specializzati hanno, sostanzialmente, una vocazione operativa di natura preventiva che si traduce concretamente nelle programmazioni annuali delle attività di vigilanza, concordate con i Ministeri di riferimento (Salute, Ambiente, Lavoro e Previdenza sociale, Beni culturali, Politiche Agricole), in virtù della dipendenza funzionale normativamente prevista. Sovente, i controlli evolvono in attività di repressione, in presenza di violazioni di carattere amministrativo o penale. A fattor comune, la Divisione Unità Specializzate dispone, anche nell’ambito dei programmi indicati e su tematiche di interesse generale, strategie operative attuate da più Specialità contestualmente, in periodi determinati dell’anno e sull’intero territorio nazionale.

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Numerose sigle come quelle dei GIS, dei NAS, dei RIS, dei ROS sono diventate familiari per i cittadini che le identificano come simboli di sicurezza e di capacità professionale d'intervento in ambiti diversi. Quali sono i settori critici, nel contrasto agli illeciti, in cui occorrono più controlli?

I reparti specializzati, anche per l’accattivante armonia dell’acronimo che li contraddistingue (NAS,ROS, RIS) hanno fatto presa sugli italiani, che – negli anni – hanno avuto modo di apprezzarne le competenze e i risultati a tutela di quella sicurezza diffusa alla quale, progressivamente, pongono maggiore attenzione, consapevoli dei propri diritti e quindi interessati ad una tutela di più ampio respiro.

Nel campo dell’igiene e salubrità degli alimenti e contro le frodi più diffuse le attività d’ispezione e controllo esercitate daiNAS hanno visto molteplici e diversificati interventi, come il sequestro di circa 1204 tonnellate di formaggi e 37.470 litri di latte contaminati da aflatossina M1 (una micotossina potenzialmente cancerogena), per un valore di circa 29,2 milioni di euro. Un intervento che ha portato alla denuncia di 191 persone. Altra interessante attività ha visto la scoperta di truffe molto comuninella sofisticazione dell’olio extra vergine di oliva, spesso proveniente da paesi extraeuropei e venduto come italiano, oppure contraffatto utilizzando oli di semi vari, miscelati a clorofilla e insaporito con betacarotene. Illeciti che oltre a danneggiare la salute dei cittadini, comportano gravi danni per l’economia del Paese.

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Sia le attività di prevenzione, sia quelle di repressione, riprese e diffuse dagli organi della pubblica informazione e dai social, hanno dunque catturato l’attenzione degli italiani perché condizionano fortemente i rapporti sociali, le libertà economiche e il bene della salute nonché il futuro delle giovani generazioni, insieme allo sviluppo e al progresso del Paese.  Non si può quindi stilare un’asettica graduatoria delle priorità tra i settori d’intervento delle Specialità dell’Arma perché, obiettivamente, hanno tutti una fondamentale importante per il cittadino. Tali considerazioni impongono l’esigenza di ricordare con periodiche e puntuali strategie operative di controllo, la tutela di quegli interessi diffusi, alla base del sano e corretto vivere civile, concorrendo alla crescita di un’emozione che si chiama fiducia.

 

Il capitale umano  è al centro dell’attività dell’Arma a tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica. Quanto conta la formazione?  

Il Corpo dei Carabinieri Reali, sin dalla sua costituzione, ha puntato sul fattore umano, già assicurando la capillare presenza di piccoli presidi sul territorio allo scopo di assicurare la “vicinanza del potere centrale, nel lontano 1814”. Concetto che nel tempo si è evoluto, in funzione del cittadino, divenuto elemento catalizzatore d’interessi della società e quindi essenza stessa dello Stato moderno. Accanto al graduale processo di emancipazione sociale, si è parimenti imposta l’esigenza di un aggiornamento costante dell’addestramento dei militari dell’Arma, sia singolarmente che in conteso organizzato, come le Unità Specializzate, dove la preparazione specifica del Carabiniere rappresenta il valore aggiunto all’addestramento di base, unito ai valori di sempre: l’educazione familiare e scolastica, la tradizione dei paesi di origine, grandi o piccoli che siano, utili certamente a far crescere lo spirito di servizio, di abnegazione e ed i principi di legalità. Quindi una capacità strutturata volta ad assicurare un supporto qualificato al cittadino, in tutte le sue condizioni come singolo ovvero associato.

 

Passione e dedizione sono da sempre considerati aspetti determinanti per abbracciare questa professione. Quali sono le ulteriori  caratteristiche necessarie per entrare a  far parte delle unità specializzate ?

La passione e la dedizione debbono essere l’essenza del Carabiniere, ma non sono sufficienti in quanto devono coesistere con il senso dello Stato e lo spirito di sacrificio, in funzione dell’impegno e delle modalità con cui si deve servire la Società e la Patria. Per far parte delle Specialità, ai Carabinieri sono necessarie queste doti di fondo, patrimonio comune a tutti gli appartenenti all’Arma, ma sono anche indispensabili la passione per la cultura, le tecnologie scientifiche, le scienze sociali. Qualità che consentono al Carabiniere di vivere il servizio, non come un mestiere comune, ma come scelta di vita: in sintesi, un impegno ripagato dalla bellezza del Dovere compiuto a difesa di chi ha bisogno, anche senza che lo chieda.

 

Si sente parlare spesso di sicurezza percepita: è corretto farlo o si rischia di alimentare paure?

Il cittadino avverte un senso di maggiore o minore sicurezza, in relazione alla percezione che ha del rischio per la propria incolumità e quella delle persone care o dei beni che lo riguardano. Pertanto, il sapere di un’importante e complessa operazione, condotta al di fuori della realtà che lo circonda, potrebbe apparire talvolta meno interessante, qualora i propri immediati interessi non siano a rischio. Certamente, per il singolo cittadino il controllo svolto dai NAS, presso l’esercizio commerciale del suo quartiere, suscita emotivamente un coinvolgimento maggiore, rispetto alla più complessa operazione condotta in altre parti o regioni d’Italia. In realtà l’interesse locale e le esigenze più immediate dell’individuo singolo o associato rappresentano i motivi che hanno imposto la realizzazione di Stazioni Carabinieri sul territorio, disseminate sul territorio nazionale, divenute, in molte circostanze, unico punto di riferimento e di rassicurazione sociale per la popolazione e concreta testimonianza della presenza dello Stato vicino al cittadino. I presidi dell’Arma sono strutture attive, che interagiscono con la collettività e svolgono un compito di sensibilizzazione e di attenzione contro le minacce portate al territorio e soprattutto ricercano quella irrinunciabile collaborazione del cittadino. Un rapporto essenziale per realizzare una concreta prossimità, rivelatosi vincente ove effettivamente realizzata, anche riempiendo pagine di storia. E nella Storia i Carabinieri fondano tradizione e innovazione guardando sempre avanti, alle sfide dell’oggi e del domani.

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L’attività delle Unità  Carabinieri  si sta sempre più specializzando: quali saranno, secondo lei, le prossime sfide?

L’Arma si è da tempo posta nelle condizioni di anticipare le sfide del nostro tempo, particolarmente magmatico, in cui minacce asimmetriche mettono costantemente a rischio la convivenza civile, le libertà e la democrazia. La selezione e l’addestramento dei Carabinieri sono gli elementi che predispongono la mente a decodificare i mille volti del rischio, accogliendo i ritrovati della tecnica nei vari ambiti del sapere, ma anche per fronteggiare adeguatamente la sfida dell’evoluzione criminale. Anche i modelli operativi integrati tendono a realizzare un moltiplicatore di efficienza, in termini di capacità di analisi e comprensione dei fenomeni e, quindi, scelta di mirate strategie per il contrasto delle varie minacce alla sicurezza, alla salute, all’ambiente, alla salubrità alimentare. Ieri come oggi l’Arma è chiamata a fare bene in ogni campo d’intervento, perché il contrasto di qualsiasi offesa, comunque arrecata all’Uomo, costituisce l’obiettivo della missione affidata ai Carabinieri, fina dal 1814. Del resto: vivere questa sfida è un bel modo per dare  senso alla Vita.

 

 

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