L’Istituto Portoghesi di Roma ringrazia il Papa per la canonizzazione dei due ragazzi di Fatima

di Domenica Puleio

All’Istituto Sant'Antonio dei Portoghesi di Roma si celebra sabato 20 maggio una funzione di ringraziamento per la canonizzazione, deliberata da Papa Francesco, dei Santi Francisco e Jacinta Marto, i due ragazzi che cent’anni fa, a Fatima, condivisero l’Apparizione della Madonna. Il Papa si è recato il 12 maggio scorso a Fatima come pellegrino di pace in occasione del centenario delle apparizioni mariane ai pastorelli, Alcuni giorni prima della partenza il Papa ha parlato della sua visita ricevendo la comunità del Pontificio Collegio portoghese di Roma.

Dopo aver sottolineato che "l’incontro con la Madonna è stata per i pastorelli un’esperienza di grazia che li ha fatti innamorare di Gesù", il Papa ha esortato i sacerdoti del Pontificio Collegio Portoghese di Roma ad avere “al di sopra di ogni altro obiettivo”, proprio, il “conoscere e amare Cristo” cercando di “conformarsi sempre più a Lui fino al dono totale di sé”. Si tratta di fare l’esperienza della presenza d’amore di Dio". E in questo- ha detto il Papa – la devozione alla Madonna ci aiuta "ad assaporare Dio come la realtà più bella dell’esistenza umana”, perché Maria è una "tenera e brava Maestra".

“Guardate Lei e lasciatevi guardare da Lei, perché è vostra Madre e vi ama tanto – ha continuato il Papa nell'udienza – lasciatevi guardare da Lei, per imparare a essere più umili e anche più coraggiosi nel seguire la Parola di Dio”. Inoltre la devozione verso Maria "ci aiuta ad avere un buon rapporto con la Chiesa: tutte e due sono Madri”.

E proprio a Maria, il Papa ha affidato anche questo suo viaggio chiedendo il dono della pace e della speranza per tutti gli uomini. “Occorre cercare rifugio sotto il manto di Maria, perchè Lei, ha ricordato ancora il Papa, è “una Madre che ci prende per mano e ci insegna a crescere nell’amore di Cristo e nella comunione fraterna”. “Un Dio vicino e fedele, come Lo sentirono i beati Francesco e Giacinta e la serva di Dio Lucia. Oggi, contemplando la loro vita umile eppure gloriosa, ci sentiamo spinti ad affidarci, anche noi, alle premure della stessa Maestra”.

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