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CENTRO STUDI URBANISTICI DI CATANIA: PIERLUIGI BELLA ALLA GUIDA

CATANIA – Si rinnovano i vertici del Centro Studi Urbanistici (Csu) istituito presso l’Ordine degli Ingegneri di Catania. Il presidente dei professionisti etnei della categoria Santi Maria Cascone, si congratula con il nuovo Consiglio direttivo del Centro che sarà guidato da Pierluigi Bella. Gli altri componenti sono: Francesca Cuius (segretario), Valentina Palermo (tesoriere), Luca Barbarossa, Paolo Battiato, Rossella Ciliberti, Sebastiano D’Achille, Elisa Pagano, Riccardo Privitera. Il collegio dei probiviri è formato da Salvatore Cartarrasa e Antonio Mazzotta, mentre quello dei revisori è composto da Fabrizio Fichera e Patrizia Rocca.

«Il Csu del nostro Ordine – ha sottolineato Cascone – si occupa di sostenere la cultura dell’ambiente e l'interesse collettivo sui temi della gestione e della trasformazione del territorio, e lo fa promuovendo iniziative di informazione, aggiornamento e partecipazione. La capacità di interlocuzione specializzata sui temi favorisce la collaborazione con associazioni ed enti pubblici chiamati a risolvere le delicate questioni urbanistiche. Il Csu mette in primo piano l’apporto culturale e professionale dell’ingegnere, e si configura anche come qualificato strumento di consulenza per tutti gli attori istituzionali coinvolti nei processi di pianificazione. Il neo presidente Pierluigi Bella, che è anche componente del nostro Consiglio di disciplina territoriale, saprà interpretare al meglio la missione istituzionale dell’ente».

«L’impegno che ci poniamo per il prossimo triennio – ha commentato Bella – è di riproporre la pianificazione come disciplina fondamentale per la rigenerazione urbana, economica e sociale, alla luce dei cinque obiettivi che l'Unione Europea è chiamata a raggiungere entro il 2020. Riteniamo che ciò possa essere raggiunto attraverso azioni che mettono al centro la figura dell’ingegnere, competente per studi e, soprattutto, professionista capace di esprimersi in maniera etica e trasversale. L’urbanistica non può e non deve essere vista come un insieme di norme spesso inorganiche e soggettivamente interpretate da chi ha l’obbligo di farle applicare. Porre l’accento sulle responsabilità e sul senso etico di questa difficile materia – ha concluso – può contribuire a restituire alla società una rinnovata fiducia e sicurezza».