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La Giornata mondiale dell’alimentazione, 795 milioni di persone soffrono la fame

Immagine: Mappa della Fame

 

La Giornata mondiale dell’alimentazione si celebra domenica prossima 16 ottobre per commemorare la nascita, avvenuta a Roma nel 1945, dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO). In oltre 150 paesi si svolgono eventi per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema della fame e per stimolare una maggiore consapevolezza sulla necessità di garantire la sicurezza alimentare e diete nutrienti per tutti. Gli ultimi dati informano che oggi 795 milioni di persone nel mondo non hanno abbastanza da mangiare.

 

Al vertice delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile, tenutosi a New York nel settembre dell’anno scorso, 193 paesi si sono impegnati a porre fine alla povertà e alla fame, a proteggere il pianeta e garantire prosperità per tutti. Successivamente i paesi firmatari della Convenzione Onu sui cambiamenti climatici, si sono riuniti a New York per firmare l’Accordo di Parigi sul clima, che riconosce l’importanza della sicurezza alimentare. L’obiettivo comune è il raggiungimento di Fame Zero entro il 2030 – un obiettivo ambizioso, che non può essere raggiunto senza affrontare il cambiamento climatico.

 

Gran parte dei 795 milioni di persone che soffrono di denutrizione cronica è formata da contadini, pescatori e pastori, i più colpiti dagli effetti provocati dall’aumento delle temperature e dalle calamità naturali legate al clima. Questi disastri sono sempre più frequenti e intensi. Il cambiamento climatico minaccia anche la stabilità dei prezzi dei prodotti alimentari. Gli esperti del settore avvertono che precipitazioni e temperature variabili, così come eventi meteorologici estremi, potrebbero tradursi in un calo produttivo delle principali colture (mais, grano, riso e soia) entro l’inizio del prossimo secolo. E che gli effetti di questo calo sui prezzi dei prodotti e sulla sicurezza alimentare potrebbero essere considerevoli.

 

I settori agricoli (coltivazioni alimentari, zootecnia, silvicoltura, pesca e acquacoltura) possono avere un ruolo cruciale nell’affrontare questa sfida complessa. Con l’adozione di pratiche agricole sostenibili e adeguate alle realtà locali, i piccoli proprietari possono generare notevoli guadagni in termini di produttività e di reddito, aumentando al tempo stesso la loro capacità di far fronte a condizioni meteorologiche estreme e variabili. Tali strategie di adattamento al cambiamento climatico sono vitali per combattere la povertà e la fame.

I settori agricoli sono responsabili di circa il 70% del consumo globale di acqua e hanno un notevole impatto sulla salute del suolo, delle foreste e sugli ecosistemi. Pratiche agricole sostenibili, che migliorano la salute degli ecosistemi e la gestione delle risorse naturali, possono fermare e invertire l’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali e il degrado degli ecosistemi.

Il cambiamento climatico sta minando la produzione alimentare, mentre le pratiche agricole e i modelli di sviluppo rurale esistenti minacciano le risorse naturali dalle quali dipende l’agricoltura. In questo scenario, la Fao sta cercando di sradicare la fame tra i quasi 800 milioni di persone che soffrono cronicamente di insicurezza alimentare. Lo status quo non sarà più sufficiente. Produzione, distribuzione e modelli di consumo devono cambiare per affrontare queste sfide complesse. Passare a sistemi alimentari sostenibili è perciò necessario.

Nella Giornata mondiale dell’alimentazione la Fao rivolge al pubblico un messaggio forte: “Possiamo eliminare la fame nel mondo e diventare la Generazione Fame Zero, ma possiamo riuscirci solo lavorando insieme”.