Rania di Giordania alla Sapienza, “Daesh distrugge la nostra condivisa eredità culturale”

Laurea Honoris Causa in Scienze dello sviluppo e della cooperazione internazionale alla regina di Giordania

«Questa è la guerra di tutte le nazioni. Perchè per la prima volta nella storia, il mondo civile ha un comune nemico». Parole forti, quelle della regina Rania di Giordania che questa mattina ha ricevuto dal più grande ateneo d’Italia la Laurea Honoris Causa in Scienze dello sviluppo e della cooperazione internazionale all’Università La Sapienza di Roma. Le motivazioni del prestigioso titolo stanno tutte nella sua intensa attività internazionale, è membro di numerose organizzazioni mondiali, volte all’assistenza sociale con particolare riferimento ai bambini delle aree mediorientali.

Il Magnifico rettore, professor Eugenio Gaudio, e tutto il comitato scientifico del corso di laurea in Scienze dello sviluppo e della cooperazione internazionale supportato dal Prorettore agli Affari Generali, professor Antonello Biagini, hanno rivolto l’elogio e la prolusione alla regina, come da protocollo, prima del suo toccante discorso. I terroristi “Daesh” ha ribadito Rania di Giordania “non stanno solo uccidendo migliaia di uomini, donne e bambini innocenti, ma stanno distruggendo la nostra condivisa eredità culturale. Dall’antica città di Palmyra, alla Moschea Khudur a Mosul, alla chiesa si Sant’Ahodamah a Tikrit”. Oltre a “bersagliare la nostra storia collettiva, i fondamenti della nostra civiltà“. Quindi, “la memoria dell’umanità. Sono così illusi da pensare che si possa creare una nuova era, ‘Dopo Daesh’, e fare il lavaggio del cervello alle generazioni future”. Riferendosi ai terroristi “irreligiosi” il cui scopo “e’ distruggere il mondo civile” Rania di Giordania utilizza gli esempi più recenti “California,  Parigi, Libano, Tunisia ed Egitto” per ricordare il dramma vissuto da intere nazioni “con i nervi a fior di pelle” e da intere famiglie “lacerate, vite spezzate e cambiate per sempre”.

Tutto ciò “non ha niente a che fare con mussulmani contro cristiani, conservatori contro liberali, o est contro ovest”. Questa “non e’ la guerra di una nazione. Questa e’ la guerra di tutte le nazioni”. Necessario, quindi, secondo la regina di Giordania “cambiare idea riguardo cose che pensavamo di conoscere, lavorare con gente di cui eravamo prima diffidenti“. Infine l’appello contro la paura che il terrorismo di matrice internazionale, e in particolar modo del califfato Daesh, “prenda il sopravvento” altrimenti “vinceranno i terroristi”. La paura “può essere contagiosa ma anche il coraggio lo e’. Noi li colpiamo ogni volta che dimostriamo loro che non ci facciamo intimorire. Lasciamo che gli estremisti che hanno straziato la nostra società, in realtà ci portino ad essere piu’ uniti”. Essi “giustificano le proprie azioni invocando l’Islam.

Ma più lo fanno e piu’ provocano intolleranza da parte dei mussulmani pacifici”. Roma, ha terminato la regina di Giordania, “impregnata di secoli di storia, cultura e bellezze, ci offre un progetto di speranza: insieme possiamo assicurare che il futuro che passa da qui e ovunque, è solido, sicuro e splendido per tutti noi e per i nostri figli“. Rania di Giordania, il volto pulito di una regina già entrata nella storia.

 

 

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