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Il Giubileo della Misericordia inizia dall’Africa – Papa Francesco apre la Porta Santa a Bangui

Immagine: Papa Francesco a Kampala

 

 

Nel quarto giorno del suo viaggio apostolico in Africa, Papa Francesco è giunto – sabato 28 novembre – a Kampala capitale dell’Uganda. Nel paese i cattolici sono il 42 per cento della popolazione, gli anglicani il 36, i musulmani il 12 per cento, i pentecostali rappresentano il 4,6, e le altre confessioni il 5,5 per cento. Il Pontefice ha celebrato una messa, in onore dei martiri dell'Uganda, presso il Santuario di Namugongo che sorge proprio nel punto in cui furono messi a morte quei testimoni della fede.

 

Durante il rito Francesco ha ricordato che "i piaceri mondani non danno pace duratura e che la genuina preoccupazione per il bene degli altri ci porta a quella pace che la vita può offrire". Si è poi soffermato sull'importanza che può apportare la costruzione di "una società più giusta" e la protezione delle meraviglie "della natura, che è la nostra casa".

 

Al termine della messa, incontrando i sacerdoti, le suore e i seminaristi nella cattedrale ugandese di Kampala, Papa Francesco ha rivolto loro una esortazione: "Preti, religiosi e suore non possono avere una doppia vita” ed ha ammonito: “Se sono peccatori chiedano perdono ma non mantengano nascosto ciò che Dio non vuole, la mancanza di fedeltà".

 

Il Pontefice ha quindi raggiunto il Kololo Airstrip di Kampala dove attendevano migliaia di ragazzi ugandesi. Dopo aver ascoltato le tragiche testimonianze di due giovani, Winnie ed Emmanuel, che gli hanno "provocato dolore", Papa Francesco ha affermato che "la preghiera è l'arma più forte di un giovane" e che "sempre c'è la possibilità di superare le avversità. Se io trasformo il negativo in positivo sono un vincitore – ha precisato – ma lo si può fare solamente con la grazia di Gesu".

 

In Africa il Giubileo della Misericordia si aprirà con una settimana di anticipo rispetto alla data ufficiale dell'8 dicembre: sarà il Papa ad inaugurare domenica 29 novembre l'Anno Santo a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana. Una scelta che vuole "manifestare la vicinanza orante di tutta la Chiesa a questa Nazione così afflitta e tormentata ed esortare tutti i centroafricani ad essere sempre più testimoni di misericordia e di riconciliazione". Francesco si è detto spiritualmente vicino ai Padri comboniani della parrocchia Nostra Signora di Fatima in Bangui, che accolgono numerosi sfollati. In un messaggio, diffuso alla vigilia della sua visita, il Papa ha espresso la sua solidarietà alla Chiesa, alle altre confessioni religiose e all'intera nazione centrafricana, "così duramente provate mentre compiono ogni sforzo per superare le divisioni e riprendere il cammino della pace".