Alla scoperta dei luoghi del Cammino di San Francesco Caracciolo

In viaggio "a Teano nei luoghi del santo" – VIDEO. Al museo Archeologico Teanum Sidicinum, un convegno sulle rotte commerciali e gli alimenti tra Campania e Mediterraneo

Il cibo in viaggio: rotte commerciali e alimenti tra Campania e Mediterraneo” è il tema del convegno che si è tenuto al museo Archeologico Teanum Sidicinum di Teano, nell’àmbito della manifestazione “Alla scoperta dei luoghi del Cammino di San Francesco Caracciolo”.

A questo viaggio nel tempo hanno partecipato grandi esperti che lavorano nel parco archeologico di Pompei.

Abbiamo incontrato l’antropologa Valeria Amoretti e gli archeologi Alessandro Russo e Ausilia Trapani

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Alla scoperta dei luoghi del Cammino di San Francesco Caracciolo è cofinanziata dal POC Campania 2014-2020. Rigenerazione urbana, politiche per il turismo e la cultura. Programma unitario di percorsi turistici di tipo culturale, naturalistico ed enogastronomico di portata nazionale e internazionale.

Per informazioni www.camminodisanfrancesco.com

Francesco Caracciolo, al secolo Ascanio (Villa Santa Maria, 13 ottobre 1563 – Agnone, 4 giugno 1608). Figlio di don Ferrante Caracciolo, signore di Villa Santa Maria, e di Isabella Barattucci, nobile dama di Teano, alla nascita gli venne imposto il nome di Ascanio e ricevette un’educazione consona al suo rango nobiliare: mostrò sin dall’infanzia una certa inclinazione religiosa. Francesco Caracciolo è stato un presbitero italiano, fondatore dell’ordine dei Chierici regolari minori (Caracciolini). È stato proclamato santo da papa Pio VII nel 1807.

Il culto

Il primo miracolo attribuito alla intercessione di Francesco Caracciolo fu il risanamento di un “rattrappito” avvenuto l’11 giugno 1608, mentre si svolgevano i funerali di Francesco (che venne sepolto in Santa Maria Maggiore a Napoli); la causa di canonizzazione venne introdotta nel 1701.Venne beatificato da papa Clemente XIV il 10 settembre 1770 e proclamato santo da papa Pio VII il 24 maggio 1807. È compatrono di Napoli dal 1840, inoltre patrono dei congressi eucaristici abruzzesi e dei cuochi d’Italia.La sua salma venne traslata nella chiesa di Santa Maria di Monteverginella, dov’è tuttora conservata, il 9 maggio 1844.La sua memoria liturgica ricorre il 4 giugno.

Iconografia

In arte è spesso raffigurato con attributi iconografici che ne sottolineano la devozione eucaristica (l’ostensorio) o lo spirito di umiltà che lo spinse a respingere le dignità ecclesiastiche (la scritta Votum non ambiendi dignitatis, insegne vescovili poste ai suoi piedi). Tra le opere che lo raffigurano: un busto d’argento conservato nel museo del tesoro di San Gennaro a Napoli, un dipinto di Romano Corradetti nella chiesa dei Santi Angeli Custodi a Roma, una statua nella basilica di San Pietro, realizzata da Francesco Massimiliano Laboureur e Innocenzo Fraccaroli sotto la direzione di Bertel Thorvaldsen, e un monumento eretto in corso Umberto I a Villa Santa Maria.

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