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STONEHENGE: dalle ipotesi identificative del sito alla proprosta del governo inglese per la costruzione di un sottopassaggio.

Il complesso di Stonehenge che si erge nella piana di Salisbury, in Inghilterra, a metà strada tra questa città e Bristol, da qualche giorno è al centro di accese polemiche riguardanti il piano annunciato dal governo inglese per rivoluzionare le rete stradale, passando, proprio, al di sotto del sito archeologico. Sotto la zona archeologica dovrebbe essere costruito un sottopasso autostradale, dal costo di 19 miliardi di euro, con lo scopo di migliorare la viabilità della A303, la strada che costeggia il complesso. Dal 1986 Patrimonio dell’Umanità, il complesso megalitico fa parlare sempre più spesso di se per il mistero che da sempre circonda le sue origini e l’uso che anticamente fu fatto del suo sito; ipotesi profuse nel tempo che storici, archeologi, geologi e semplici appassionati hanno da sempre acceso intorno ai monumentali monoliti. La più verosimile è senza alcun dubbio quella che vuole di Stonehenge un santuario destinato al culto solare, mentre quella che lo vorrebbe un osservatorio astronomico appare meno credibile per il fatto che ormai è conclamato il fatto che i monoliti sono stati risistemati nella loro disposizione con interventi risalenti allo scorso secolo. L’osservazione del complesso non permette di individuare con esattezza le fasi costruttive del monumento, che comunque sono riferibili a tre epoche diverse: una prima risalente al 2800 circa a.C. nella quale venne costruito un terrapieno circolare di un centinaio di metri di diametro, circondato da un piccolo fossato; oltre il fossato esterno, s’innalzava la prima massiccia pietra verticale, la Heel Stone, un blocco che proteggeva il viale conducente fino al luogo sacro. Nella seconda fase, iniziata due secoli dopo, furono scavate 56 buche oggi note come Aubrey Holes, del diametro di circa un’ottantina di centimetri, e poco profonde, disposte in circolo tutto attorno, nella parte interna, al terrapieno circolare, tracciarono un viale di argini paralleli che collegava il cerchio al fiume Avon, distante circa 3,2 Km. Nella terza fase, iniziata circa 1.500 anni dopo l’inizio di Stonehenge, furono impostate le serie di buche su cerchi concentrici, che sono probabilmente le più antiche sedi di piccole pietre ora scomparse; queste circondano il grande anello che è formato da pesanti triliti, cioè le cosidette pietre Sarsen, alte, alcune, fino ad oltre cinque metri; il loro peso supera in alcuni casi le 25 tonnellate; la pietra oggi nota come Pietra dell’Altare, un grosso masso di arenaria verde proveniente dal sud del Galles, fu infisso di fronte a uno dei triliti. Quelli che però restano misteri irrisolti sono le soluzioni che furono adottate per trasportare sul posto i monoliti del peso anche di 40 tonnellate per centinaia di chilometri. Occorre infatti ricordare che è ormai opinione comune e provata che le pietre provengono dalle colline di Presely, nel sud del Galles, che sono ricche di sorgenti di acqua che la tradizione voleva sacre, e quindi con poteri e proprietà guaritrici fuori dal comune. Le stesse rocce, bagnate da queste acque miracolose, assunsero, secondo le credenze di allora, tali poteri. Si parla, insomma, di pietre guaritrici. Dato che alcuni dei megaliti pesano pressapoco 26 tonnellate, trasportarli deve essere stata una grandiosa impresa, comportante l’impiego di una massiccia manodopera. Gli uomini che si occuparono della costruzione erano esperti artigiani: modellarono e collocarono accuratamente le architravi che coprono ognuna delle due pietre verticali, facendo uso di giunti ad incastro. I triliti, così detti perchè costituiti da tre pietre ciascuno, furono eretti nella forma a cerchio e a ferro di cavallo ancora oggi visibile. Per ciò che riguarda le ipotesi identificative del complesso, nel 1666 John Aubrey lo interpretò come un tempio druidico, ma solo dopo si scoprì che il monumento risaliva a mille anni prima della comparsa dei celti, mentre per Mike Parker-Pearson della Sheffield University si trattava di un complesso funebre che per effetto della cerimonia che si svolgeva tra i massi del monumento aveva, secondo i credenti di allora, il potere di garantire la vita eterna al defunto. Nel 1906, l’astronomo Norman Lockyer scoprì, nuovi allineamenti sul sorgere e il tramontare del sole per alcune date (5 febbraio, 6 maggio, 8 agosto, 8 novembre) suggerendogli l’idea che queste strutture venissero usate per individuare le date più importanti dell’anno agricolo. Avendo, brevemente, ricordato l’eccezzionalità di questo complesso archeologico, ci si può schierare molto facilmente con coloro che si stanno battendo contro la costruzione del sottopassaggio, il quale potrebbe creare danni strutturali al sito e spezzare quell’atmosfera magico-religiosa che aleggia su Stonehenge.