
27 maggio 2025 – Un nuovo, importante verdetto di giustizia : la Corte d’Appello di Trieste ha condannato il Ministero dell’Istruzione e del Merito al risarcimento di circa 600mila euro a favore della famiglia di BR , ex aiutante tecnico dell’Istituto A. Volta di Trieste , morto nel 2016 per mesotelioma pleurico , malattia direttamente collegata all’esposizione all’amianto nel luogo di lavoro .
La Corte ha riformato la sentenza di primo grado , riconoscendo le responsabilità del Ministero e il legame tra la malattia e le mansioni svolte dall’uomo , che per 15 anni ha lavorato all’interno dei laboratori e nell’officina meccanica dell’Istituto , occupandosi di aggiustaggio, gestione di macchine utensili e manipolazione di materiali contenenti amianto. L’attività includeva anche la rimozione e lo smaltimento di rifiuti pericolosi, spesso senza adeguate protezioni.
La diagnosi è arrivata nel 2014 . Meno di due anni dopo, BR si spegneva a 77 anni . Ma non è un caso isolato: altri lavoratori dell’Istituto si sono ammalati e persino uno studente è stato colpito da una patologia correlata all’amianto, confermando la pericolosità della contaminazione in ambienti scolastici.

” Finalmente giustizia. Dopo il primo rigetto, abbiamo insistito per dare voce e dignità a questa famiglia”. Commenta l’Avv. Ezio Bonanni , Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto , che ha patrocinato il ricorso insieme all’Avv. Corrado Calacione del Foro di Trieste, che sottolinea – ” E’ una vittoria legale e morale per tutti coloro che hanno subito gravi conseguenze in silenzio. Una sentenza che dimostra che il rischio amianto nelle scuole è una realtà che riguarda tutti, e che non può più essere ignorata “.
Il fenomeno non è circoscritto. Secondo l’ultimo rapporto RENAM dell’INAIL , sono 158 i casi di mesotelioma rilevati tra personale scolastico in Italia . Una cifra che alimenta un allarme sanitario spesso sottovalutato .

L’ONA offre assistenza attraverso il sito www.osservatorioamianto.it e il numero verde 800 034 294.