Emergenza cinghiali e peste suina: per Coldiretti necessario un piano nazionale di abbattimento

L’allarme dopo la zona infetta di Roma, seguita a Piemonte e Liguria

Serve un piano nazionale di abbattimento di fronte alla proliferazione dei cinghiali che riguarda ormai tutta la Penisola dove sono saliti a ben 2,3 milioni gli esemplari che rappresentano un pericolo per la sicurezza dei cittadini, per le attività agricole e rischiano di diffondere la peste suina ben oltre le aree infette”. L’appello viene da Coldiretti in riferimento all’annuncio del sottosegretario alla Salute Andrea Costa e all’istituzione della zona infetta a Roma per i casi accertati prevista dalla Decisione di esecuzione della Commissione europea dopo quella istituita in Piemonte e Liguria.

E’ emergenza? Sempre secondo il sondaggio Coldiretti/Ixè “l’invasione di città e campagne da parte dei cinghiali viene vissuta dai cittadini come una vera e propria emergenza, tanto che oltre otto italiani su 10 (81%) pensano che vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero”.

Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri a Radio Capital ha detto: “I cinghiali sono anche una conseguenza del fatto che per anni Roma è stata molto sporca, ma sicuramente non è l’unica causa: non sono state fatte politiche di contenimento negli anni scorsi, per esempio”.

La preoccupazione non è solo nella Capitale. “Ad oggi i casi individuati di positività riguardano solo cinghiali e nessun maiale è stato contagiato in Italia dalla Peste Suina Africana. I cinghiali raggiungono i 180 centimetri di lunghezza, possono sfiorare i due quintali di peso e hanno zanne che in alcuni casi arrivano fino a 30 centimetri risultando assimilate a vere e proprie armi dalle conseguenze mortali per uomini e animali oltre a diventare strumenti di

devastazione su campi coltivati e raccolti. Senza dimenticare- ribadisce la Coldiretti- che negli ultimi dieci anni il numero di incidenti stradali gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali secondo la stima Coldiretti su dati Aci Istat. I branchi- conclude la Coldiretti- si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi dove giocano i bambini, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali”.

Foto: da press kit Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa)

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